Nell’ambito della rubrica dedicata ai mestieri dell’editoria, proponiamo l’intervista a Lorenzo Ribaldi direttore editoriale di laNuovafrontiera con sede a Roma, che si dedica principalmente ad autori di lingua spagnola e lusofona. La casa editrice fondata nel 2002 ha cominciato subito a operare nell’ambito dei libri per ragazzi, poi con la collana Liberamente si è aperta anche al settore della narrativa straniera. Alla collana di narrativa Liberamente si è affiancata una collana di classici contemporanei Il Basilisco e una di Cronache di frontiera dedicata al giornalismo letterario.
Ci spiega l’origine del nome?
Il nome spiega bene il nostro progetto editoriale che è quello di esplorare un terreno che soprattutto nel 2002, anno di nascita della casa editrice, era poco battuto, quello della letteratura di lingua spagnola e lusofona. Una frontiera dove si incontrano il primo mondo e in parte il terzo mondo. Un terreno inesplorato.
Com’è strutturata la redazione e come si svolge il vostro lavoro?
In casa editrice in totale siamo sette. Per quel che riguarda il lavoro della redazione, i traduttori sono dei collaboratori esterni e il lavoro di revisione delle traduzioni viene fatto tutto in casa editrice in modo meticoloso. Facciamo almeno quattro riletture del testo. Noi preferiamo tenere il lavoro dentro piuttosto che fuori, non possiamo permetterci che le nostre traduzioni non siano più che ottime!
Quali sono i compiti principali di un direttore editoriale?
Trovare libri buoni… libri che tengano fede al progetto della casa editrice, che riescano a incontrare quelli che sono i gusti dei lettori italiani. Bisogna fare dunque un’opera di mediazione tra questi due punti fissi del nostro lavoro. Essendo una piccola struttura, dentro laNuovafrontiera occorre saper fare un po’ di tutto. Il nostro lavoro non si limita a quello che c’è nel biglietto da visita. Se la stampante non funziona, bisogna ripararla…
Che tipo di preparazione occorre avere per lavorare in una casa editrice?
Io non credo che serva una preparazione specifica, che si debba fare un percorso. Ci devono essere due cose fondamentali: la prima cosa bisogna essere un buon lettore e non si impara certo a trent’anni, si inizia a leggere da piccoli. Così si crea un gusto letterario. La seconda cosa bisogna essere molto curiosi. Ovviamente ci sono alcune tecniche che si imparano. Al giorno d’oggi ci sono delle professioni legate al mondo dell’editoria inerenti alla parte tecnica. Ora all’interno delle case editrici si utilizza molta informatica e quelle cose si devono studiare. Il prerequisito è sempre quello di essersi formato in gioventù con delle buone letture. È fondamentale.
State ripubblicando l’opera omnia di Mercè Rodoreda, la scrittrice più letta e tradotta della letteratura catalana. Qual è il segreto della bravura di quest’autrice significativa ma anche enigmatica?
Lo stile. Lo stile della Rodoreda a un primo sguardo sembra semplice e diretto, invece a questo stile l’autrice ha lavorato molto. È frutto di un enorme lavoro. È, infatti, uno stile efficace che arriva direttamente al lettore.
Ci descrive la vostra collana dedicata ai piccoli lettori?
Più che una collana abbiamo un catalogo che si occupa di libri per bambini. Abbiamo fatto un esperimento: raccontare la filosofia ai bambini soprattutto la filosofia platonica riprendendo dai Dialoghi di Platone quella che era la parte del Mito che si utilizzava nell’antichità per spiegare al discepolo più distratto quello che era il tema della discussione filosofica. Rielaborando questo abbiamo fatto una collana della quale siamo molto orgogliosi: Storie di piccoli filosofi.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Continuiamo con l’esplorazione delle nuovi voci della letteratura spagnola di lingua portoghese, pubblicheremo alcuni autori brasiliani nel nostro catalogo. Andiamo avanti con la pubblicazione di scrittori argentini, messicani e con la collana di Cronache di frontiera che vuole portare in Italia quella che è la tradizione del giornalismo letterario iniziata con quella di matrice latino americana. Nel prossimo anno vogliamo aprirla con altre lingue.
Info: http://www.lanuovafrontiera.it
Articolo a firma di Alessandra Stoppini